Per diventare un Vincente devi essere il più grande “perdente” di tutti i tempi

Sì. Hai capito bene. Per diventare un vincente devi essere il più grande “perdente” di tutti i tempi.

In primo luogo perdente ci va tra virgolette, perchè a me personalmente fa schifo il concetto di vincitore/perdente in senso stretto. In secondo luogo perchè non puoi fallire per definizione, se non smetti di tentare.

Se ci sono due “contendenti” A e B e una ragazza sceglie A, B non perde proprio un bel niente. Non è neanche una scelta vera e propria. Succede. Punto. E per conquistare la ragazza non bisogna certo lottare e vincere. Bisogna essere il se stesso migliore possibile. Non basta? Vuol dire che non era destino. Punto. Nessuno ha vinto nessuno ha perso. Avanti il prossimo/la prossima.

Supponiamo tu voglia diventare un giocatore di Basket professionista e diventare bravissimo nei tiri da tre punti: be, preparati a perdere e fallire tantissime volte. Perchè più volte fallirai, più bravo diventerai. Devi fallire un numero esagerato di volte per diventare “il migliore” in un dato campo. Se la cosa t’interessa e se ne vale la pena naturalmente, non a prescindere.

Preparati un taccuino in cui scriverai la tua lista dei tentativi. IL TUO SCOPO E’ PERDERE MILLE VOLTE. Sì hai capito bene. Devi perdere 1000 volte cercando naturalmente di fare canestro. Quando arrivi a mille tiri sbagliati HAI VINTO. Naturalmente sul taccuino segnerai anche i canestri fatti. Quindi paradossalmente più tempo e sforzo impiegherai per perdere, più vincerai.

Idem se sei un venditore. Impara a perdere, perdere tantissimo. E a desensibilizzarti. E a migliorare i tuoi ingressi, ossia i tuoi tentativi. Sarai un sistema che migliora sempre di più. Più tentativi, più retroazioni, più uscite migliorate.

L'essere umano è come un sistema nella sua accezione matematica
L’essere umano è come un sistema nella sua accezione matematica: ingresso, uscita, retroazione a correzione dell’ingresso, e poi ancora uscita migliorata, e così via.

Non ci credi? Questa è pura matematica e quindi non applicabile alla mente umana?

Wikipedia. Definizione di RETE NEURALE.

“In molti organismi viventi pluricellulari sono presenti complesse organizzazioni di cellule nervose, con compiti di riconoscimento delle configurazioni assunte dall’ambiente esterno, memorizzazione e reazione agli stimoli provenienti dallo stesso. Il cervello umano rappresenta probabilmente il più mirabile frutto dell’evoluzione per le sue capacità di elaborare informazioni. Al fine di compiere tali operazioni, le reti biologiche si servono di un numero imponente di semplici elementi computazionali (neuroni) fittamente interconnessi in modo da variare la loro configurazione in risposta agli stimoli esterni: in questo senso può parlarsi di apprendimento ed i modelli artificiali cercano di catturare questo tratto distintivo della biologia.”

Quindi è l’informatica e la matematica che COPIANO LA BIOLOGIA e non è una forzatura al contrario. (O meglio la matematica è solo un modello implementativo funzionale alle altre discipline).

Ricordatelo sempre quando effettui tentativi.

Facciamo un esempio più terra terra. E scomoderò uno dei ricordi più belli che ho dell’adolescenza.

The Secret of Monkey Island
The Secret of Monkey Island: uno dei più avvincenti Adventure Games di tutti i tempi

Sai cosa sono gli Adventure Games? Giochi in cui devi risolvere enigmi per andare avanti, il tutto in una splendida storia che, “vivendola in prima persona”, ti entra nel cuore e ti dà emozioni come poche cose. Chi ci gioca o giocato sa perfettamente cosa voglio dire.

Ebbene capitava spessissimo che si rimaneva bloccati (all’epoca, anni ’90 e primi anni del nuovo Millennio) non c’erano soluzioni su internet e simili, non si poteva sbirciare a meno che non avevi amici e giornali di settore dove, in un numero ben specifico e quindi difficile da avere, c’era la soluzione della fattispecie. Quindi non avevi che armarti di santa pazienza e insistere. Quando eri bloccato, le provavi tutte, e non avanzavi. Quasi credevi: è inutile andare avanti e accendere il computer: sono bloccato. Eppure… al sottoscritto accadeva questa magia: mi fermavo qualche ora per disintossicare il cervello, avevo la tentazione di non accendere mai più il computer, lo riaccendevo magari il giorno dopo: MAGICAMENTE, ALMENO UN PASSO AVANTI, ERA MATEMATICAMENTE COMPIUTO. Praticamente sempre!

Guybrush Abissi
Il Capitano Guybrush Threepwood negli Abissi di Monkey Island

Abituati a non arrenderti mai quando vuoi qualcosa. Stacca un attimo. Riposati. Esci. Non pensare al “fallimento”. Ristorati mentalmente. E vai avanti imperterrito. Non sarai mai un fallito se non smetti di tentare.

Ti lascio con questa Poesia, non so chi sia l’autore, quel che so è che è a te dedicata.

EROE

C’è un eroe se guardi nel tuo cuore,
non devi aver paura di ciò che sei.
C’è una risposta se raggiungi la tua anima,
e il dolore che provi svanirà.

Allora arriverà un eroe
che ti darà la forza per continuare,
getta via le tue paure sai che puoi farcela.
Quando ti sembra che tutto è perduto
guarda dentro di te e sii forte,
così finalmente vedrai la verità,
vedrai che c’è un eroe in te.

La strada è lunga quando affronti il mondo da solo,
nessuno ti da una mano per tirarti su,
ma puoi trovare amore se cerchi dentro di te
ed il vuoto che senti sparirà.

Allora arriverà un eroe
che ti darà la forza per continuare,
getta via le tue paure sai che puoi farcela.
Quando ti sembra che tutto è perduto
guarda dentro di te e sii forte,
così finalmente vedrai la verità,
vedrai che c’è un eroe in te.

Il Signore sa che i sogni
sono difficili da realizzare,
però non consentire a nessuno
di strapparteli via.
Resisti, ci sarà un domani
e troverai la strada in tempo.

Allora arriverà un eroe
che ti darà la forza per continuare,
getta via le tue paure sai che puoi farcela.
Quando ti sembra che tutto è perduto
guarda dentro di te e sii forte,
così finalmente vedrai la verità,
vedrai che c’è un eroe in te,
che c’è un eroe in te.

Colonna Sonora dell’Articolo: Infinite Dreams – Iron Maiden

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36 commenti su “Per diventare un Vincente devi essere il più grande “perdente” di tutti i tempi

  • 17 Dicembre 2015 in 20:48

    Interessante.
    Questo fatto di mollare per un attimo la presa, e poi tornare, è chiamata in psicologia “fissità funzionale”. La tendenza a ripetere gli stessi errori. Interrompendo per un po’, il cervello trova nuove strade.

    Rispondi
    • 17 Dicembre 2015 in 21:07

      Ciao Bruno, grazie per il tuo commento, letteralmente onorato avere l’opinione di un professionista del campo :).

      Rispondi
      • 25 Dicembre 2015 in 16:07

        sto leggendo con attenzione… sono alla ricerca di strade ancora più vincenti ancora più sicure.. di certo la nostra intenzione e volotà gioca molto.. vengo da una buona conoscenza generale dell’argomento sviluppo personale.. ti sapro’ dire..intanto complimenti per la semplicità gentilezza e umiltà.
        hai potere solo su cio’ che conosci..

        Rispondi
        • 25 Dicembre 2015 in 18:19

          Gentile e umile sei tu Fabrice, completamente d’accordo sulla questione VOLONTA’ e INTENZIONE, ok legge di attrazione e tutto il resto ma è come dici tu LA VOLONTA’ e l’INTENZIONE di raggiungere qualcosa che sono fattori di un ordine di grandezza superiore rispetto all’attrazione.

          Rispondi
  • 18 Dicembre 2015 in 23:53

    Non conviene mai mollare, ci si potrebbe arrendere un attimo prima del miracolo 🙂

    Rispondi
    • 19 Dicembre 2015 in 00:00

      Esatto Anna, al massimo cadere, scrollarsi di dosso la polvere, rifiatare, e ripartire, mollare non è un’opzione 😉

      Rispondi
  • 20 Dicembre 2015 in 07:28

    Ciao Michele ,
    Sospendere per ricaricarsi, si lo faccio spesso ma ultimamente sta degenerando il punto di non ripresa. Non ho finito nemmeno di leggere il libro , ho una libreria di circa 500 libri che vanno da The Secret a Vadim Zeland ti condivido in pieno sull articolo sulla legge di attrazione ma vorrei da te un parere appunto sul transurfing … ed ora che mi hai convinto : vado a lavare quei fottutissimi piatti .
    Rita

    Rispondi
    • 20 Dicembre 2015 in 08:31

      Ciao Rita, gentile e simpatica :)! Grazie. Ne parlavo proprio qualche settimana fa del transurfing con un signore che si occupa di tematiche legate allo sviluppo personale da praticamente 5 decenni. Alla fine non eravamo d’accordo perchè lui ha una formazione più filosofica appunto, io più ingegneristica.

      Quindi è sicuramente un’ottima filosofia di base e non prendendola alla lettera male non fa di sicuro, sono comunque tutte filosofie che con buon senso forgiano la mentalità. Ha lo stesso difetto della legge di attrazione così come viene presentata nel Segreto. “Ciò che scegliete si realizza sempre!” è uno degli assunti e, ovviamente, non sono d’accordo con questi assunti totalitari :).

      Io personalmente ANALIZZO tutto e prendo tutto quel che c’è di buono, secondo il mio filtro di valori naturalmente, filtro che non è fisso e immutabile ma cambia a seconda del “buon senso” e delle retroazioni derivanti da pareri altrui, letture, esperienza, risultati, e uso le parti migliori per costruire MODELLI ALTAMENTE FUNZIONANTI.

      Il mio scopo è diventare e far diventare coloro che mi seguono MACCHINE DA OBIETTIVI, per cui, come ogni disciplina che si evolve nel tempo, anche la crescita personale deve passare attraverso lo studio di tutto quel che c’è di nuovo, ma dobbiamo ricordarci che, essendo la mente uno strumento complessissimo per definizione, la cartina di tornasole di una qualunque teoria sono i RISULTATI. “Se succede qualcosa” la teoria è ottima, nel bene e nel male, se i risultati latitano, bisogna cambiare/integrare il modello.

      La teoria dei “fottuti piatti sporchi” porta all’azione immediata, a non cercare scuse, parte da un assunto di base di umiltà, di assenza di confronto e soprattutto consente di AUTOVALUTARTI nel giro di 24 ore, ossia dopo tutto questo leggere è il momento di spiccare il volo. La formula è semplice:

      Decisione Obiettivo Semplice che prescinde dal confronto, Paradigma motivazionale efficace che massimizza l’umore, Umore Alto = Azioni multiple che saranno decise e precise, Godimento del processo realizzativo, Valutazione dei risultati, Azioni correttive immediate che vanno a modificare e migliorare la “rete neurale”.

      My 2 Cents 😉

      Rispondi
  • 29 Dicembre 2015 in 15:19

    Grazie Michele
    Un abbraccio

    Rispondi
    • 29 Dicembre 2015 in 15:24

      Grazie a te Anna 🙂
      Ricambio affettuosamente l’abbraccio

      Rispondi
  • 29 Dicembre 2015 in 18:30

    Innanzi tutto vorrei ringraziarti perchè metti semplicemente (cioè senza imbrogli) a disposizione del prossimo, quello che ogni individuo consapevole dovrebbe fare.
    Nel mio piccolo anch’io percorro da tempo questa strada e fa bene sentire questi concetti ripetuti anche da altre persone, mi mette nella condizione di “sentire” che è quella giusta.
    Che dire? Leggo ed interpreto i Tarocchi e da me passa tanta gente. Avevo pensato di preparare delle copie da distribuire, ma non voglio fare azioni illegali….visto che c’è il copyright.
    Ad ogni modo grazie mille 🙂

    Rispondi
    • 29 Dicembre 2015 in 18:49

      Ciao Dea Rita, probabilmente ti riferisci al libro Il Giorno Migliore della tua Vita che si può scaricare da qui https://www.michelemocciola.it/optin-legge-attrazione/ dico bene?
      Non ho ben capito quanto mi chiedi, perdonami è l’età 😀
      Se vuoi segnalare il mio libro basta che segnali loro l’indirizzo della pagina michelemocciola.it/optin-legge-attrazione/ e chiedere di scaricarlo da lì 😉
      ma forse era qualcos’altro, scusami 🙂

      Rispondi
  • 30 Dicembre 2015 in 16:34

    A me va tutto storto ai voglia di mettere in pratica va tutto peggio

    Rispondi
    • 30 Dicembre 2015 in 23:58

      Ciao Antonina, se continui a ripetertelo e a ragionare così prevedo un futuro ancora più storto 🙂
      Proviamo a raddrizzare invece tutto dai! Scrivimi pure in privato se ti va, CI SONO ;)!
      FORZA!

      Rispondi
  • 30 Dicembre 2015 in 21:49

    Grazie Michele, mi serviva questa teoria, perchè ci sono cose che nella vita desidero, ma delle volte per stanchezza e paura di vincere che mi arrendevo, ora sò che quando sn stanca devo riposare per ricaricarmi sempre di più, se all’inizio perderò non devo mollare ma insistere e lottare.

    Rispondi
    • 31 Dicembre 2015 in 00:00

      Eccellente Margherita, tutti “perdono” prima di vincere, ma non si hanno notizie di quanti “fallimenti” e prove si fanno, solo dei successi. Piccoli obiettivi (all’inizio, per imparare IL METODO), umiltà e costanza portano lontanissimi ;)! A presto!

      Rispondi
  • 1 Gennaio 2016 in 02:03

    grazie Michele, trovo tutto molto interessante, il tuo modo di comunicare mi arriva chiaro e diretto,mediterò su cio che ho letto .

    Rispondi
    • 1 Gennaio 2016 in 08:52

      ciao Lucia 🙂 ! Grazie della tua testimonianza, sei gentilissima, vedrai che sarà un anno super in fatto di obiettivi 😉 Auguroni e in bocca al lupo

      Rispondi
  • 1 Gennaio 2016 in 16:13

    ciao michele ho iniziato da poco a leggere il tuo libro mi entusiasma xche ‘ tutti abbiamo il diritto di poter star bene dal mero bene materiale al nostro interiore. mi piacerebbe poterti parlare in privato come fare?? un caloroso abbraccio e grazie x quello che fai

    Rispondi
    • 1 Gennaio 2016 in 18:28

      caro Alessandro, grazie per le tue parole innanzitutto, e concordo alla grande con “tutti abbiamo il diritto di poter star bene dal mero bene materiale al nostro interiore” scrivimi pure quante email vuoi all’indirizzo dal quale ti ho mandato il libro, rispondo sempre. (ho iniziato da poco quest’esperienza e già sono sommerso, per ora ho messo in standby il discorso parlare altrimenti alla lunga non avrei una vita privata, lo dico molto onestamente e solo per questo 🙂 , spero tu capisca per ora, ad ogni modo non preoccuparti in futuro in qualche modo vedrò di organizzare raduni e simili, la cosa fondamentale sono i TUOI/VOSTRI OBIETTIVI, io sono un tramite senza importanza). Ti aspetto allora, un abbraccione anche a te 🙂

      Rispondi
  • 1 Gennaio 2016 in 17:14

    Ciao Michele , scaricato e letto l-ebook…che da tanti rimandi su cui riflettere e questo piu’ di tutti…
    In pratica, siccome cio’ che ci allontana dai nostri sogni tra i vari blocchi emozionali e’, l’apsettativa ,
    se noi ci impegnamo mentalmente a fallire, spostiamo l’attenzione dall’aspettativa e siamo piu’ sereni, abbassiamo o sciogliamo le paure di non farcela perche’ e’ proprio sul non farcela che stiamo puntando.
    In questo modo, non solo accorciamo i tempi sull’ottenimento del obbiettivo ma cadono le paure di non farcela…Prima di perdermi mi fermo qui…:-) 🙂
    Grazie …fallisco piu’ volentieri ora….
    Gio

    Rispondi
    • 1 Gennaio 2016 in 18:37

      Ciao Giovanna hai centrato sicuramente uno degli aspetti e lo hai scritto nell’articolo per eccellenza relativo al PERDERE. Naturalmente è “metaforico” e si riferisce ai tentativi. Poi non c’è un’unica ricetta per tutto, dipende dall’obiettivo e dal buon senso. Esempio se uno cerca “SOLDI”, quindi indirettamente una strada da imboccare che porti benessere in tal senso, non avendo una vera vocazione propria, la cosa giusta da fare è MOLTI TENTATIVI nel tempo minore possibile, assicurandosi di non commettere ERRORI CATASTROFICI (nel senso un conto è fare tentativi veloci che non portano a perdere nulla, un altro conto è investire 100.000 euro a caso e senza formazione, questo è un errore purtroppo non veniale e che lascia strascichi)

      Un altro ERRORE da evitare assolutamente è il fatto di non considerare IL TEMPO come risorsa preziosissima. Uno potrebbe tentare per 10 anni, ostinandosi inutilmente e stupidamente, per poi dire “tanto non ho investito soldi”. ERRORE FATALE. Avrebbe investito TEMPO, la risorsa preziosa per eccellenza.

      Quindi il fallire è da intendersi: DIVENTARE BRAVI PROVANDO e TROVARE UNA STRADA A BOTTA DI TENTATIVI. Per accorciare i tempi degli obiettivi e per gli obiettivi in generale ho scritto un ebook intero Il Segreto degli Obiettivi appunto, dove si fanno queste e altre considerazioni.

      Comunque quanto ho detto non è certo per correggere quanto hai scritto (ho solo colto la palla al balzo, questo per essere un interlocutore onesto), che, francamente, sono parole caricate da tutta l’eleganza e il contorno emotivo femminile e che io non avrei assolutamente saputo scrivere così elegantemente 🙂
      COMPLIMENTI, BRAVA E GRAZIE Giovanna 🙂

      Rispondi
  • 1 Gennaio 2016 in 23:06

    Il concetto di “fallimento” è uno dei più interessanti e motivanti temi che si possano discutere in ambito di crescita personale e auto-miglioramento. Personalmente proporrei di studiarlo a scuola per quanto possa essere formativo e ricco di spunti di approfondimento.

    Chi è “il fallito”?
    Molto semplicisticamente, si potrebbe dire che è “colui che sbaglia, che commette errori, che non persegue l’obiettivo prefisso…” e tutte le altre accezioni che individuano un soggetto incapace di ottenere il risultato sperato.
    Ma, se fosse vero questo assunto, come qualificare quel soggetto che, dopo migliaia di tentativi, riesce finalmente a realizzare quanto si era prefisso, ottenendo esattamente quel risultato che appariva utopistico e che invece è adesso sotto gli occhi di tutti?

    Thomas Alva Edison, l’inventore della lampadina e di decine di altri brevetti che tuttora permangono, raccontò nella sua autobiografia che “fallì” più di 10.000 volte prima di ottenere una lampada ad incandescenza, capace di resistere nel tempo e di produrre energia a basso costo.
    Spesso viene citato l’esempio di questo grande inventore, ma se ne potrebbero citare molti altri..
    Michael Jordan, considerato il più grande cestista di tutti i tempi, diceva spesso che la sua altissima percentuale di punti partita era dovuta a un instancabile allenamento, ma soprattutto al fatto che in ogni partita rischiava il tiro e 9 volte su 10 sbagliava qualcosa. Volendo dire che, nonostante gli errori, riusciva lo stesso a segnare moltissimo, senza preoccuparsi di quanto sbagliasse, ma solo concentrandosi a fare meglio la volta successiva.

    Non ci sarebbe progresso, non esisterebbe la civiltà per come la conosciamo oggi, se l’essere umano non avesse affrontato ogni ambito di conoscenza attraverso un processo di prove ed errori, imparando da quanto intrapreso in precedenza e facendo tesoro dei relativi insegnamenti.

    Al Cern di Ginevra sono in corso due esperimenti che potrebbero cambiare il corso della storia dell’umanità. Gli scienziati non hanno la più pallida idea di cosa troveranno e procedono per tentativi, analizzando i risultati e traendone le dovute conclusioni.
    Ogni tentativo andato male è classificabile come “fallimento”?
    Io non credo affatto e non lo credono nemmeno i 2000 e passa scienziati che ci lavorano, imparando sempre cose nuove e modellando ogni volta un nuovo tipo di informazione che sgretola le vecchie convinzioni e ne forma delle altre.

    Ha ragione Michele quando dice che occorre fallire molte volte. E’ necessario porsi di fronte ai nostri tentativi con spirito costruttivo, cercando nuove strade che ci permettano di arrivare là dove vogliamo andare. E, non a caso, il nostro cervello si è evoluto proprio in questo modo. Nel corso della storia, l’Uomo ha dovuto risolvere milioni di problemi che lo hanno portato a scoprire nuove frontiere della scienza, dell’economia, della letteratura e di tutte quelle branche del sapere che ne caratterizzano oggi la sua civiltà.

    Se non avesse “fallito” milioni di volte, l’essere umano si sarebbe mai evoluto?
    Ovviamente NO…quindi ben venga il “fallimento” e quella sana voglia di provarci sempre…al di là dei nostri sogni più ambiziosi…

    🙂

    Rispondi
  • 2 Gennaio 2016 in 15:27

    Carissimo non ho ancora finito di leggere il book scaricato ma ritengo sia interessante il tuo approccio alla legge di risonanza… Anch’io come Rita ho comprato ogni libro riguardante tale argomento e sono più di 30 anni che cerco di mettere in pratica ma il NULLA… Ti dirò che più metto in pratica più la mia vita va peggio e francamente non capisco…

    Rispondi
    • 2 Gennaio 2016 in 21:43

      Ciao Anna, ti ringrazio per le parole innanzitutto. Parliamone. Il mio approccio è PRATICO, non nel senso di “ringraziare sistematicamente l’universo” “essere chiari con il desiderio” “fare esercizi mentali su cose chiaramente fuori dalla nostra attuale portata” (se si desidera un milione di dollari è folle mettersi lì a pensare per un mese che l’universo faccia il lavoro per noi, sono IPERCRITICO con questi approcci, per questo non funzionano)

      Legge di attrazione Pratica significa BUON SENSO: porsi obiettivi A TIRO, avere un piano di azione CHIARO, AVERE UN PARADIGMA MOTIVAZIONALE che sostenga le AZIONI e AGIRE ORDINATAMENTE nella direzione dei sotto-obiettivi o dell’obiettivo stesso quand’è lineare e semplice. Tutto il resto, secondo il mio modo di vedere è FUFFA, o magari spiritualità che è sì importante nella vita se uno desidera diventare internamente persone migliori, ma che di certo non è nè soluzione necessaria nè tantomeno sufficiente, neanche lontanissimamente sufficiente, per OTTENERE CIO’ CHE SI VUOLE. Quindi ti consiglio di continuare a seguire me o qualcun’altro con quest’approccio, e a non mollare più :). Per qualsiasi cosa scrivimi pure in privato quando e quanto vuoi Anna, non preoccuparti non chiedo soldi naturalmente.

      Rispondi
  • 3 Gennaio 2016 in 15:48

    E’ una vita che studio e leggo di tutto, nel senso tutto cio’ che mi possa aiutare a vivere meglio con me stessa e il mondo che mi circonda.Nella mia vita tutti i miei desideri si sono realizzati, solo uno ancora no e io sono testarda, non mollo nel modo piu’ assoluto finche’ non realizzo anche questo e tanti altri che avro’ in seguito. scrivo ti tutto: saggistica, filosofia, poesie, racconti, un romanzo che non ho mai pubblicato e ultimamante un libro di ricette di cucina create da me nel quale ho inserito due poesie e anche la mia particolare storia di vita, ma purtroppo l’ azienda per la quale lavoro non me lo fa pubblicare. Ma io come al solito per mio carattere non ho buttato la spugna. sto ancora studiando il libro scaricato e lo trovo molto interessante e abbraccia la mia filosofia di vita per ora nei punti che ho letto. Grazie dell’aiuto , continuero’ a studiare il tuo libro. Saluti LIA

    Rispondi
    • 3 Gennaio 2016 in 16:35

      Ciao Lia, grazie per la tua testimonianza e per le tue parole per il mio libro, lo apprezzo moltissimo.
      La grinta non ti manca di sicuro, e ti porterà ancora più lontano 🙂
      A presto Lia e grazie a te!

      Rispondi
  • 3 Gennaio 2016 in 20:41

    Grazie Michele, sto leggendo il tuo libro ora e devo ammettere che è molto interessante, soprattutto è arrivato nel momento giusto. Sto affrontando un momento di stallo, ma grazie alle tue parole mi sto mettendo in azione, che non è poco. Sono pronta a fallire e questa è ‘tanta roba’. Grazie Michele di tutto cuore. Namastà

    Rispondi
    • 3 Gennaio 2016 in 21:03

      Ti ringrazio Enrica, mi fa enormemente piacere, mettersi in azione è già tanta roba di tuo :). Complimenti e grazie di cuore a te 🙂

      Rispondi
  • 4 Gennaio 2016 in 16:02

    Concordo al cento per cento. Nella mia umile esperienza ho imparato sulla mia pelle che la tensione crea come per il primo principio della dinamica una reazione uguale e contraria.
    Tutto quello che abbiamo intenzione di fare crea movimento verso, azione.
    Quando si trova resistenza significa che abbiamo forzato i tempi e creato una forza contraria che non sempre è negativa.
    Delle volte occorre fermarsi e “sentire” questa forza, rispettarne i tempi.
    E’ come se questa forza anche solo “sentendola” si sciogliesse lentamente, permettendo di fluire verso l’intenzione.

    Rispondi
    • 5 Gennaio 2016 in 01:22

      Queste parole mi ricordano molto un libro di Dyer, il Potere dell’Intenzione, non so se tu l’abbia letto o se sia solo un caso, probabilmente è il mio libro preferito dopo Le Vostre Zone Erronee (e forse Te Stesso al 100%) sempre dello stesso Dyer.

      Grazie per il commento Davide 🙂 (e grazie anche per l’email 😉 )

      Rispondi
  • 11 Gennaio 2016 in 17:33

    Ho capito cosa succede: quando ci si incaponisce sull’obbiettivo non si calcolano le varie possibilità. Spesso ci sono ostacoli da poco che diventano insormontabili xkè ci arrabbiamo e vogliamo avere tutto subito senza sforzo. A me è successo che nel mio più grande obiettivo mi stavo arrendendo…..beh non era una resa è che semplicemente l’universo mi ha fatto capire che mi serve una pausa. E’ come l’intervallo tra le ore di lezione a scuola….serve a rivalutare e ridimensionare il tutto. Staccare la spina e poi ripartire è indispensabile e se si sente di sbagliare si cambia strada ma non l’obiettivo.

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2016 in 13:30

      Non potrei essere più d’accordo Rossella, le pause non sono tutto questo dramma. Meglio staccare, rifiatare e ripartire, siamo esseri umani 🙂
      In bocca al lupo!

      Rispondi
  • 17 Gennaio 2016 in 17:08

    Buon pomeriggio quello che dici già provato al tempo dell’università studiavo da autodidatta in quanto lavoravo e a ogni esame andato male rinascere più forte perché ogni volta aggiungeva un qualcosa in più. Non ho mai mollato nella mia vita di fronte a niente ma non ho mai perso tantissimo o forse non ho mai considerato una perdita ma una opportunità in più e dove volevo arrivare sono sempre arrivata.

    Rispondi
    • 18 Gennaio 2016 in 13:32

      Ciao Leda, ottimo direi 🙂
      Alla fine gli ostacoli ci rafforzano e ci si crea una pellaccia che è sempre utile in qualsiasi situazione. Alla fine dobbiamo fare squadra e capire che gli ostacoli sono creati dalla vita, le persone sono sempre nostri potenziali alleati, a volte ancora non lo sanno è questo il problema principale, e sta a noi tirare fuori il meglio anche dai “nemici”. Un abbraccio e buona continuazione Leda

      Rispondi
  • 5 Maggio 2020 in 16:10

    Ciao Michele, ottimo articolo, io seguo da sempre la filosofia del compianto Koby Bryant e delle persone come lui che hanno fatto di lavoro e del sacrificio il loro ideale di vita, avvalorando indirettamente quanto scrivi nell’articolo in merito ai tentativi da fare e rifare. Approvo tutto, ciao Giulia

    Rispondi

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