Migliorare la memoria: 7 tecniche efficaci
Una buona memoria serve a tutte le età e specialmente in quei casi quotidiani in cui bisogna tenere a mente password, numeri di telefono, lista della spesa, impegni e altre informazioni che non devono sfuggire.
Ecco 7 tecniche efficaci che possono essere utili a migliorare la memoria.
1) La tecnica delle parole di velcro
Non si tratta di entrare in una sartoria di cappelli. Le parole di velcro sono quelle da ricordare per associazione d’idee e rime e servono per memorizzare quei numeri o quei concetti molto complessi che altrimenti diventerebbero un’impresa molto ardua.
Il meccanismo alla base del ricordo con le parole di velcro è quello di creare delle filastrocche per lo più assurde in base alle rime che si associano ai numeri.
Per fare un esempio si possono associare i numeri alle parole nel modo seguente:
Zero= nero
Uno= Nettuno
Due= bue
tre= bignè
quattro= plettro
cinque= lingue
sei= nei
sette=coppiette
otto=rotto
nove=piove
10= bici
Numeri e frasi assurde e divertenti
Mettiamo il caso di aver bisogno di ricordare una password a 6 caratteri come 539827 che potrebbe corrispondere alla frase “Sulle lingue c’è un bignè, ma piove a di-rotto sul bue e sulle coppiette”. Le combinazioni sono davvero infinite e tutte divertenti per quanto improbabili, ma è questo che aiuta a ricordare anche i concetti molto articolati.
2) Gli acronimi
Gli acronimi sono delle parole no-sense con le iniziali di qualcosa che si vuole abbreviare e anche ricordare.
Questo sistema è spesso usato sia nella lingua parlata dagli inglesi (asap= as soon as possible, cioè appena possibile), ma anche nel linguaggio online o tramite i dispositivi elettronici, per velocizzare la scrittura e occupare meno spazio quando si hanno caratteri limitati a disposizione, come su Twitter.
Lo stesso sistema è una tra le tecniche più efficaci per migliorare la memoria.
Può essere utile per ricordare la lista della spesa, anche con parole di uso comune come per esempio “c-o-r-a-l-i” per ricordare di acquistare la carne, l’orzo, i ravanelli, il latte e l’insalata.
Gli acronimi possono anche essere doppi per ricordare parole e concetti, quindi anche con 2 lettere che indichino la parola iniziale (come sopra ca-or-ra-la-in) e tutto diventerà più semplice da ricordare.
3) La tecnica dei loci
E’ una tecnica per migliorare la memoria che è servita anche a Marco Tullio Cicerone per i suoi discorsi nell’antica Roma, in quanto ne è stato l’ideatore. “Loci” in latino significa “luogo” e la tecnica consiste nel ricordare un lungo discorso associando idee e concetti agli ambienti di casa o di un altro luogo.
Una stanza come una matriosca
In ogni stanza ci sono oggetti, suppellettili e altro a cui si possono associare dei concetti da ricordare e durante l’esposizione si può immaginare di aprire ogni stanza dove trovare i concetti necessari da esprimere.
Molto utile per gli studenti, i politici, gli oratori, i professori e chi da un lavoro a contatto con il pubblico.
4) Scrivere e ripetere ad alta voce
Per chi non riesce a memorizzare liste, concetti, numeri di telefono e simili è utile prendere appunti a mano e nello stesso tempo ripetere ad alta voce per 3-4 volte.
C’è un aumento della memorizzazione pari a un +10% rispetto al normale e questo può aiutare molto.
5) Tenere un diario
Proprio come durante l’adolescenza tenere un diario serve a migliorare la memoria. Secondo uno studio condotto in Giappone migliora la memoria a breve termine, facilita l’apprendimento di nuove informazioni, la pianificazione e anche il ragionamento.
6) Numeri associati a immagini
Migliorare la memoria dei numeri è una necessità e per riuscirci si possono associare a delle immagini che li ricordino.
Per esempio l’1 con un uncino, il 2 con un cigno, il 3 con un gabbiano in volo, il 4 a una sedia e cosi via.
7) Gesticolare
Gli italiani gesticolano molto per dare forza a un discorso e per mantenere viva la memoria visiva si possono associare i gesti ai concetti e alle parole. Gesticolare aiuta durante lo studio e anche nelle prove d’esame per rievocare un ricordo, come attesta una ricerca del 2009 del professor Straube su alcuni studenti.