La legge di Pareto: come applicarla nella vita

Chi di voi conosce la legge di Pareto? Alzate la mano chi non la conosce.

Meglio nota come principio 80/20, questa legge afferma che solo il 20% delle cause produce l’80% degli effetti quindi, per esempio, il 20% della clientela genera l’80% del fatturato e, ancora, il 20% delle problemi e dei difetti di produzione derivano dall’80% delle cause attribuibili alle 4 M (Manodopera, Materiali, Metodi, Macchinari). Questa legge è stata coniata dal noto economista e sociologo italiano Vilfredo Pareto nel 1897, secondo il quale solo il 20% della popolazione inglese possiede l’80% del denaro.

Nessuno, nel trascorrere degli anni, ha prestato molta attenzione alla grande scoperta dello studioso italiano fino a quando, due americani, un filologo ed un ingegnere, hanno fatto “rivivere” la scoperta di Pareto. George K. Zipf, il filologo nel 1949, ha applicato quella semplice enunciazione di Pareto al mondo dell’organizzazione aziendale: “il 20-30% delle risorse produce il 70-80% dell’attività“. Il padre della Qualità Totale Joseph Juran, sulle fondamenta teoriche di Pareto, formula la prestigiosa ed odierna regola del “vital few” ovvero delle poche cose ma, davvero quelle realmente importanti. Tutt’oggi questo principio è attuale ed assolutamente applicabile alla vita professionale ed al routinario vivere, vediamo in questa guida in che modo.

Vilfredo Pareto: il padre del principio paretiano

Legge di Pareto: fondamenta teoriche e prassi quotidiana

Prima di tutto per poter comprendere ed applicare con successo la Legge di Vilfredo Pareto al mondo professionale e personale, è veramente rilevante capirne i risvolti teorici e le fondamenta di base. Si deve fin dal principio sottolineare che il principio di Pareto non è una regola matematica, non è un dogma ma, una sorta di indicazione che può esplicitarsi, invece che con i due numeri 80 e 20, con 70 e 30 o, perfino con 90 e 10; puoi, dunque, revisionare la legge e la proporzione a seconda delle circostanze, dei fabbisogni e delle casistiche che si presentano. IBM fu la prima azienda americana a mettere in pratica quanto scoperto da Pareto perché si rese conto che l’80% del tempo passato sul computer veniva speso nell’eseguire il 20% del codice operativo: da qui si decise di riscrivere il software in modo da facilitarne l’utilizzo. Con l’applicazione della Legge di Pareto i computer della IBM divennero molto più rapidi di quelli della concorrenza e i consumatori sembrarono apprezzare molto la novità: il successo fu garantito ed immediato.

Possiamo generalizzare il succo di questa regola paretiana in questo enunciato: “in qualunque sistema sono pochi gli elementi rilevanti ai fini del comportamento del sistema stesso ovvero poche cause sono responsabili della maggior parte dell’effetto finale”.

Esempi “classici” dell’applicazione della Legge di Pareto possono essere di seguito enucleati:

  • il 20% dei clienti produce l’80% del fatturato di un’azienda
  • il 20% delle merci in magazzino procura l’80% della movimentazione
  • l’80% dei prodotti stoccati in un magazzino fanno capo al 20% dei fornitori
  • eliminando il 20% dei difetti si eliminano l’80% delle difettosità
  • il 20% dei dipendenti fa l’80% delle assenze totali
  • l’80% delle riparazioni in garanzia fa capo al 20% delle parti
  • l’80% del tempo lo si passa facendo il 20% del lavoro
  • l’80% dei ritardi nella programmazione sono dovuti al 20% delle cause
  • l’80% dei visitatori di un sito vede solo il 20% delle pagine.

Minimizzare tutte le risorse fisiche, temporali ed economiche per massimizzare il risultato che si intende perseguire e raggiungere, puntare sull’efficienza ma, rimane aperto un problema quello qualitativo, ovvero il risultato che si raggiunge con il minore sforzo possibile e minori sprechi, è soddisfacente ed accettabile dal punto di vista qualitativo? Questo è un problema che rimane irrisolto con la mera applicazione del principio di Pareto.

Vediamo le casistiche a cui applicare con successo la regola, oltre a quelle sopra elencate, meritano di essere citate altre ancora. Devi preparare un esame e devi studiare un libro che, per saperlo ripetere e conoscere in dettaglio ogni piccola nota redatta sul fondo della pagina, ti occorrono 600 ore di studio individuale: se il diagramma con cui si vuole rappresentare il numero di ore di studio (tempo) in rapporto al voto che si vuole conseguire (30/30 con eventuale lode) fosse una linea retta, sic et simpliciter, occorrerebbe un dispendio di 20 ore per ogni punto della scala di valutazione. Quindi per prendere il voto “politico” 18 dovresti impegnarti ben 360 ore e per prendere 30, ben 600 ore. Ma, in realtà, non funziona così in quanto la rappresentazione grafica di Pareto è una curva, qui di seguito mostrabile:

Se ti prefiggi di prendere 18 devi studiare meno ore di 360 (nel caso della funzione lineare) ti basterà studiarne anche 180, l’importante è il leggere le nozioni e saperle ripetere senza tutti i dettagli delle pagine del libro in esame: questa è l’essenza del Principio di Pareto, puntare all’efficienza, fare le cose bene non benissimo ma, raggiungerle. Ecco una semplice applicazione pratica di questa legge che chiarisce bene le fondamenta teoriche e ti consente di riapplicarle ad altre casistiche quotidiane e professionali con tranquillità.

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