Come ritrovare se stessi quando tutto sembra buio

Diverse sono le circostanze della vita che possono far sembrare tutto un vero disastro e un buio totale da cui sembra che non vi sia alcuna uscita. Può trattarsi di qualsiasi evento o situazione circostanziale come la perdita di una persona cara, un licenziamento improvviso, il perenne stato di disoccupazione, una malattia cronica come un cancro, una rottura sentimentale, insomma variegati fatti negativi che possono incidere ed impattare terribilmente sul nostro destino. È normale sentirsi a terra, sentirsi sconfitti, senza coraggio e motivazione nel rialzarsi per lottare e tenere la testa “alta”, quando si cammina. È però importante comprendere che è possibile rialzarsi progressivamente grazie al pensiero positivo, ovvero imparare a prendere e cercare di risolvere i problemi con un atteggiamento più ottimista e più producente. Inoltre, esistono varie strategie e tattiche che possono aiutarti a ritrovare la felicità perduta ed ad adottare una rinnovata prospettiva positiva della tua vita. Come afferma Mick Jagger: “Il successo è cadere nove volte e rialzarsi dieci“, cerca di ricordarlo sempre in ogni circostanza della vita, non sentirti mai demotivato in quello che fai, abbi la forza di non smarrire mai.

Conoscere sè stessi per combattere il buio della vita

“Sono incapace, non ho fiducia in me, non valgo nulla, sono un fallito”.
Quante volte si ascoltano queste parole e si soffre insieme a chi le pronuncia.
Il grande scrittore Sandor Marai fa dire al protagonista del suo libro “Le braci“: “esiste una cosa peggiore della morte e di qualsiasi sofferenza, la perdita di stima di sé….quando si viene colpiti da una o più persone nella stima di sé, che costituisce la nostra dignità di uomini, la ferita è talmente profonda che neanche la morte può porre fine a questo tormento“.

L’affermazione è forte ma centra perfettamente l’umana sconfitta ed il continuo logorio interno: una persona priva di autostima è una persona gravemente ferita dentro di sé.
Sul posto di lavoro, tra i tuoi colleghi, in ambito studentesco, tra i tuoi compagni di università o di liceo, tra i tuoi amici, nella tua famiglia ed in te stesso, puoi rintracciare i segni della mancanza di stima. Prova ad identificare la situazione interiore e la sua manifestazione all’esterno, per poi trovare un riferimento decisivo su cui centrare la tua attenzione con lo scopo di iniziare a salire i gradini della stima di te stesso. Il senso di sconfitta erode ed annichilisce la stima in te stesso ma, una volta che lo hai smascherato, accettato ed identificato puoi tranquillamente iniziare a parlare di autostima.
La definizione più profonda è quella dell’autostima come sinonimo di “saper conoscere il proprio valore, la propria dignità ed unicità” (Anselm Grun). Ti devi domandare: “ hai consapevolezza del tuo valore umano?”, è questo il primo quesito indispensabile per ritrovare te stesso, quando tutto sembra perduto.
E quando rispondi : “Io valgo nella mia insicurezza, nelle mie mancanze, nel mio non essere, come gli altri mi vogliono”, allora inizi ad essere consapevole ed a rialzarti gradualmente da terra.

Ritrovare la giusta strada: l’autostima

Cosa puoi fare per sviluppare una sana autostima? Rivivi e rivisita la tua biografia, ripercorri le fasi principali come se fossi uno psicoanalista.
Alcuni hanno ricevuto sufficiente fiducia nella vita e in se stessi grazie ad un percorso che inizia nel ventre materno, come bene chiarisce la psicanalista Francoise Dolto, attraverso un dialogo incessante tra mamma, papà e bambino.
Se la mamma è insicura, l’insicurezza viene trasmessa al bambino, e così avviene per altri sentimenti e stati d’animo come l’amore, la violenza, la tristezza.
I genitori hanno il potere ed il compito di trasferire il patrimonio della fiducia originaria che aiuta a fidarsi di sé e del mondo. Non per tutti purtroppo è così, e la frase che sintetizza cosa viene trasmesso al bambino è questa: non ce la farai mai, non ne sei capace.
In entrambi i casi si deve, comunque, saper intraprendere un viaggio nelle interiorità per essere capaci di giungere alla stima di sè, rendendoci indipendenti dal giudizio degli altri.
Jung, grande indagatore della psiche umana, ci aiuta a capire che il passo decisivo da fare è la riconciliazione con la propria storia e con il proprio modo di essere e di comportarsi.

 

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